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ll capitalismo fomenta continuamente l’immaginario contemporaneo. Non esistendo una realtà alternativa valida questo sembra un circolo chiuso.




Tutto pare poi potersi comprare, anche il nuovo. In nome di performance misurabili la burocrazia ha implementato il tempo lavorativo in nome dell’ideologia smart. E’ una lucida analisi quella proposta da Mark Fisher, in cui si può ritrovare parecchio di quello che attraversiamo ogni giorno. Intanto ci ricorda che reale non è mai la realtà. Quest’ultima si nutre infatti di emotività che ha riempito ogni alveo di desiderio e il capitalismo ha la capacità di veicolare ogni fantasia. Ciò tiene bloccato l’essere in un presente che non ha alcuna possibilità di cambiamento sostanziale. Tutto cambia velocemente ma, in effetti, tutto rimane uguale. Le differenti creatività non possono quindi che adeguarsi, pena la fame, a questo dominio finanziario. Le aspirazioni delle persone subiscono una precorporazione. Ecco quindi che alternativo e indipendente, non solo in ambito musicale, diventano funzionali alla finanza globale. Dimenticare il brutto dell’esistenza o tradurre come nuovo questioni del passato sono funzionali all’adattamento sociale dell’essere contemporaneo. Tramite le pubbliche relazioni, utilizzando fortemente lo storytelling, il capitalismo nasconde la sua anima crudele e si presenta premuroso verso tutti gli indifesi. L’inaspettato o lo strano fomentano, grazie a creativi preparati proprio a questo, il circo mediatico-finanziario che riempie la vita di un uomo sempre più solo e, altresì, che cerca di sfuggire da ansia e cinismo. Secondo l’autore siamo ancora in congiunture di fine della storia. Bucare la cortina del realismo capitalista è ancora possibile. Nel mezzo dei tanti reali che ci si presentano ogni giorno possiamo seguire una traiettoria che ci porti fuori dalle sabbie mobili attuali. A mio parere, anche la ricerca estetica può immettersi in tale flusso e darci nuove spinte per l’avvenire. In tempi di già tutto visto è perciò auspicabile, pure grazie all’arte, una speranza per il futuro.


- Stefano Taddei


Mark Fisher


Realismo capitalista


Nero Editions, pp. 156


Le vicende personali di Gaahl hanno sicuramente oscurato il notevole livello artistico della sua proposta musicale. Mossosi nell’ambito del black metal ha saputo con il tempo ritagliarsi un proprio percorso di marca estrema. Questa ultima sua produzione è semplicemente notevole.



In tale episodio discografico lo accompagnano Lust Kilman (chitarra), Eld (basso) e Spektre (batteria). Il black metal non è abbandonato, si amplifica verso nuovi lidi e vocalità che ne fanno un genere che ha ancora tanto da dire nell’attualità. Questo è un lavoro superbo dal punto di vista vocale, il cantante si muove attraverso diversi registri in modo peculiare. La musica non è pero a livello inferiore. E’ già stato notato giustamente il notevole sostrato di stampo sciamanico di tale produzione. Qui siamo nell’essenza della musica più ancestralmente oscura, senza alcun riferimento specifico ad un particolare genere. Trovare dei punti deboli diventa arduo, al limite dell’impossibile. Il black metal, anche grazie alle gesta di Gaahl e del suo combo del momento, trova nuove possibilità d’esemplificazione magistrali.



- Stefano Taddei



Gaahls Wyrd - GastiR - Ghosts Invited


Etichetta: Season Of Mist


Distributore: Audioglobe


Spesso ci sentiamo circondati da un profluvio di rappresentazioni che ci appaiono le uniche sensate. Niente di più sbagliato. E' quanto ci racconta nella propria mostra personale Luca Lanzi.




ORBITA, 2019, pigmento blu su carta japan applicata su tela,107x96cm


L'autore presenta una serie di opere in cui il reale viene evitato per andare più al succo dell'essere al mondo. Ecco quindi che in mostra si possono trovare differenti elaborazioni che vertono tutte su un unico viatico d'indagine: l'archetipo. Tale riferimento ineludibile ci presenta una sospensione dal normale fluire immaginifico dell'attualità.




GORGONE, 2018, terracotta filo cera d'api, 24x18x120cm






Qui ci si confronta con il sostrato più autenticamente misterioso dello stare al mondo, dove le rappresentazioni sono fluide perché non hanno ragione di essere stabilizzanti. Una grande immagine, non circoscrivibile ad un mero referente, attraversa la storia del mondo, un immenso mistero se si delinea in tantissimi rivoli di senso.



FETICCIO, 2018, terracotta e gesso


Unificare questo retroterra culturale è impossibile, oltre che inutile. Luca Lanzi ci propone elaborazioni in cui l'ideale supera il reale. Tale modalità estetica si rivolge ad un'origine che trasvaluta tutti i passaggi temporali del passato e del presente. Anche il futuro ci appare meno fosco se sappiamo rivolgerci a questo magma creativo che parla della nostra, plurisecolare, umanità.


- Stefano Taddei


Fino al 26 febbraio


L’ARIETE artecontemporanea


Via D’Azeglio 42


Bologna



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