Spesso ci sentiamo circondati da un profluvio di rappresentazioni che ci appaiono le uniche sensate. Niente di più sbagliato. E' quanto ci racconta nella propria mostra personale Luca Lanzi.
ORBITA, 2019, pigmento blu su carta japan applicata su tela,107x96cm
L'autore presenta una serie di opere in cui il reale viene evitato per andare più al succo dell'essere al mondo. Ecco quindi che in mostra si possono trovare differenti elaborazioni che vertono tutte su un unico viatico d'indagine: l'archetipo. Tale riferimento ineludibile ci presenta una sospensione dal normale fluire immaginifico dell'attualità.
GORGONE, 2018, terracotta filo cera d'api, 24x18x120cm
Qui ci si confronta con il sostrato più autenticamente misterioso dello stare al mondo, dove le rappresentazioni sono fluide perché non hanno ragione di essere stabilizzanti. Una grande immagine, non circoscrivibile ad un mero referente, attraversa la storia del mondo, un immenso mistero se si delinea in tantissimi rivoli di senso.
FETICCIO, 2018, terracotta e gesso
Unificare questo retroterra culturale è impossibile, oltre che inutile. Luca Lanzi ci propone elaborazioni in cui l'ideale supera il reale. Tale modalità estetica si rivolge ad un'origine che trasvaluta tutti i passaggi temporali del passato e del presente. Anche il futuro ci appare meno fosco se sappiamo rivolgerci a questo magma creativo che parla della nostra, plurisecolare, umanità.
- Stefano Taddei
Fino al 26 febbraio
L’ARIETE artecontemporanea
Via D’Azeglio 42
Bologna