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In bilico tra grazia e ancestralità. Questo sembra essere il focus non stabile dell’ultima produzione dell’immenso Matthew Barney. In Redoubt la protagonista è la caccia ad un lupo. In realtà è una metafora della storia dell’uomo. Un film senza dialoghi dove i protagonisti diventano la natura e una serie di personaggi dalle movenze calibrate. La fisicità è ben presente ma anche la potenza del paesaggio americano. Il lungometraggio infatti è stato girato nell’Idaho. Davanti a siffatta produzione un pensiero non può che andare al trascendentalismo americano, movimento che annovera tra i suoi protagonisti Ralph Waldo Emerson e Henry David Thoreau. Per loro il paesaggio americano aveva un che di metafisico, rimandando anche a varie sapienze antiche. Nell'opera di Matthew Barney una moltitudine di estetiche si mischiano in modo peculiare. E lasciano il segno.



Matthew Barney: Redoubt

Fino al 16 giugno 2019 presso YALE UNIVERSITY ART GALLERY ( 1111 Chapel Street (at York Street) - New Haven, Connecticut )


https://artgallery.yale.edu/



Matthew Barney, Redoubt, 2018 - Production still. © Matthew Barney, courtesy Gladstone Gallery, New York and Brussels, and Sadie Coles HQ, London - Photo: Hugo Glendinning

Matthew Barney

Redoubt

Periodo: 1 marzo 2019 - 16 giugno 2019

Dove: Yale University Art Gallery

1111 Chapel Street - New Haven - 06520 8271 Connecticut (CT)


-Stefano Taddei

La congiuntura più stringente ci sta rintronando in un profluvio senza sosta di immagini. L’arte contemporanea rischia di scomparire definitivamente in questo guazzabuglio. Una ricerca estetica è seriamente modulata se scarta dal solito tema di massificante degradazione. Francesca Alfano Miglietti ci presenta alcuni snodi artistici che trascendono una concezione basata sull’eterno presente ma paiono trascendere la contemporaneità nel nome di un peculiare vedere.


Gli Schermi di Fabio Mauri sono un paesaggio aperto all’immaginazione, non quella standardizzata. Un peculiare sguardo ci spiega che la vacuità della rappresentazione contemporanea ha bisogno del vuoto per ripartire. Proprio dalla fine si può arrivare ad un nuovo inizio. Le sei performance di Tehching Hsieh, esemplificate tra 1978 e 1999, testimoniano come ci si possa confrontare con il tempo senza paura. Le sue azioni artistiche sono un monito per chi non sa fronteggiare con personale competenza la durata esistenziale, soprattutto quella vissuta in condizioni estreme. Tra i meandri instabili che viaggiano tra atemporalità e invisibilità si è mossa invece la ricerca di Gino De Dominicis, in nome di una lotta senza quartiere al dovere dell'immagine. Il contatto con i Sumeri diventa veicolo per mettere in campo l'immortalità del corpo, visione differente della presunta caducità del vivere. La figura del migrante immaginario e del viaggiatore mentale, oltre che dello scardinatore della realtà ottocentesca della galleria d'arte sono state tematiche care a Jannis Kounellis. Allo spettatore veniva demandato il compito di ricomporre una visione destrutturata in pensieri che trascendevano il mero presente. La corporalità scissa tra sociale e personale ha investigato invece Félix González-Torres, autore che ha rimarcato come la malattia possa diventare stigma collettivo in una società stereotipizzante. Un'idea di auspicabile sparizione dell'opera d'arte ha sempre accompagnato tale ricerca, in nome di un binomio personalissimo di testo e immagine legato all'interscambio nel contesto espositivo e umano di riferimento. Sulla memoria e come può permanere solo se in confronto con il vivente si basa molto del lavoro di Oscar Muñoz. Esempi in tale senso sono, ad esempio, la serie Aliento ( 1998 ) e Lacrimarios ( 2000 ). L'acqua e il transitorio del vivere sono altri centri di tale poetica. Claudio Parmiggiani ha indagato l'assenza nelle Delocazioni ma tale tematica lo accompagna ancora attraverso una sorta d'immobilità che lascia trasparire quell'ulteriore sospeso tra riflessione e visione. Roman Opalka ha saputo modulare un'indagine su pittura e tempo, in un serrato rapporto con la finitudine. Su un fondo fintamente neutro ha saputo mettere in scena il proprio sacrificio come autore. Si chiude con On Kawara, artista che ha celebrato con opere concettuali la sua peculiare presenza al mondo. In tempi di annullamente dell'individuo in nome dell'immagine omologante, una serie di personalità che ci indicano un rifiuto competente.


- Stefano Taddei


Francesca Alfano Miglietti

A perdita d’occhio

Visibilità e invisibilità nell’arte contemporanea

Skira, pp. 96, 2018



Come ogni anno in occasione dell’Art Week la città di Milano si anima di eventi dedicati al mondo dell’arte contemporanea. Oltre alle mostre inaugurate recentemente che dunque rimangono visitabili, molte sono le realtà che decidono di riservare proprio alla settimana dell’arte milanese i loro opening o di realizzare per l’occasione progetti ad hoc. Vediamo subito dunque gli eventi imperdibili di questa nuova edizione del 2019 ormai alle porte.


Immagine https://milanoartweek.it/

Lunedì 1 Aprile

Tutti al Museo del Novecento per l’inaugurazione della mostra Kromo-Kronos, mostra personale dell’artista Renata Boero, a cura di Anna Daneri e Iolanda Ratti. L’esposizione propone una rilettura critica del lavoro dell'artista genovese attiva sulla scena internazionale dagli anni Sessanta, mettendo in relazione la sua produzione storica con quella più recente. Consigliatissima la partecipazione anche per le altre novità presentate recentemente dall’istituzione milanese come la mostra Luce Movimento. Il cinema di Marinella Pirelli ed ll nuovo riallestimento dal titolo Novecento: nuovi percorsi dedicato alla seconda metà del XX secoli che vanta il merito di andare a completare il percorso museale del periodo indicato, un po’ sofferente precedentemente, e che ha permesso di mettere in mostra alcune opere significative appartenenti alle Civiche Raccolte di Milano.


Martedì 2 APRILE

Il contemporaneo arriva anche dove meno te l’aspetti: al Museo Poldi Pezzoli si tiene The Contemporary at the Poldi Pezzoli con la mostra della pittrice inglese Anj Smith mentre a Palazzo Borromeo inaugura la mostra personale di Mattia Bosco dal titolo Il tempo è un bambino che gioca.

Lasciatevi poi sorprendere con una passeggiata in zona Porta Venezia dove potrete vedere A friend installazione dall'artista ghanese Ibrahim Mahama, realizzata per la Fondazione Trussardi. L’intervento vede i bastioni di Porta Venezia interamente ricoperti con sacchi di juta così da portare alla luce la loro origine storica e la loro funzione simbolica diversa dal valore monumentale che siamo soliti attribuire.


Mercoledì 3 APRILE

Ci muoviamo verso Pirelli HangarBicocca per l’inaugurazione di Sheela Gowda. Remains, curata da Nuria Enguita, Lucia Aspesi. La mostra presenta il lavoro dell’artista, considerata una delle maggiori esponenti dell’arte contemporanea in India, che spazia dal disegno, alla scultura, a installazioni su larga scala e vede l’utilizzo di materiali che spesso veicolano valori culturali legati al contesto da cui provengono. Anche stavolta la partecipazione può essere una buona occasione, qualora non l’abbiate ancora vista, per visitare CITTÀDIMILANO, personale dell’artista Giorgio Andreotta Calò, a cura di Roberta Tenconi.


Giovedì 4 APRILE

Miart 2019 apre le sue porte!

Dalle ore 13:00 per possessori di VIP card è possibile vistare la VIP Preview seguita dall’opening che sarà dalle ore 18:00 alle 21:00 (su invito).

Per coloro i quali non sarà possibile gustarsi la fiera nel suo momento più esclusivo: state tranquilli, avete ancora tre giorni per visitarla e probabilmente potete incontrare molte delle persone che erano presenti alla preview da FM – Centro per l’Arte Contemporanea per l’inaugurazione della mostra The Unexpected Subject. 1978 Art and Feminism in Italy curata da Marco Scotini, Raffaella Perna. La mostra si propone come un'indagine sui rapporti tra arti visive e movimento femminista in Italia, con particolare attenzione al 1978, riconosciuto come fondamentale nella rivendicazione delle donne dei loro ruoli nel campo dell'arte.


Venerdì 5 aprile

Le giornate di Venerdì, Sabato e Domenica sono occupate dalla presenza del Miart e dunque dalla possibilità sia di visitare la fiera, sia di seguire i vari eventi interni quali talk e premiazioni.

Verso sera ci spostiamo però in pieno centro. Imperdibile infatti nella giornata di Venerdì la performance dell’artista italo-brasiliana Anna Maria Maiolino alle ore 19.00 al PAC – Padiglione d’Arte Contemporanea. Al momento il PAC ospita AMOR SE FAZ REVOLUCIONÁRIO mostra personale della stessa artista.


SABATO 6 APRILE

Se molti di voi hanno già visitato la fiera e siete interessati alla performance il consiglio è quello di andare a vedere, presso nctm Studio Legale, nctm e l’Arte Protest Forms: Memory and Celebration. Public Opinion Descends Upon the Demonstrators, una performance della giovane artista Marinella Senatore a cura Gabi Scardi alle ore 11.00.


Domenica 7 Aprile

A concludere la Milano Art Week niente eventi con il botto ma la possibilità di visitare alcune gallerie che per l’occasione avranno un’apertura speciale. Di seguito trovate un elenco delle più interessanti. Si consiglia di controllare sul sito della galleria stessa per verificare gli orari.


Clima

via Alessandro Stradella, 5

Valerio Nicolai. Clima su Marte


Conceptual

via Goffredo Mameli, 46

Mirella Bentivoglio. Creazione e fine

Raffaella Cortese

via Alessandro Stradella, 7/1/4

Francesco Arena. Tre sequenze per voce sola


Cortesi

corso di Porta Nuova 46/B

Zagreb Calling


Massimo De Carlo

viale Lombardia, 17

MCMXXXIV Close the Windows Open the Doors


Dellupi Arte

via Ambrogio Spinola, 8A

“Estetica”. Dedicato a Michel Tapié. Mathieu, Gallizio, Crippa, Imai, Jenkins, Serpan, Hartung, Shimamoto, Appel, Capogrossi, Riopelle e Fautrier


Gió Marconi

via Alessandro Tadino, 20

Atelier Van Lieshout


Francesca Minini

via Privata Massimiano, 25

Dan Graham


Officine Saffi

via Aurelio Saffi, 7

Open to Art. Ceramic Biennale


Otto Zoo

via Vigevano, 8

Paul Kooiker. Eggs and Rarities


Lia Rumma

via Stilicone, 19

Clegg & Guttmann


Federica Schiavo Gallery

via Michele Barozzi, 6

David Renggli


Studio Marconi ’65

via Alessandro Tadino, 17 Fondazione Marconi, via Alessandro Tadino, 15

Emilio Tadini


ZERO

via Carlo Boncompagni, 44

Vincenzo Agnetti


- Giulia Zompa

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