La nostra vita può essere un continuo cercare il cambiamento. A volte questi mutamenti rimangono solo un progetto che non si conclude in niente di riscontrabile. E’ su questi concetti che verte l’attuale esposizione di Mattia Pajè. In mostra una serie di elaborazioni nate dalla residenza dell’autore negli spazi della Fondazione. Mattia Pajè è artista che utilizza vari linguaggi ed è sempre stato attento alle modalità della fruizione dell’operare. Questa mostra è, in fondo, un “ sentire “. In Ciao si mostrano due figure antropomorfe che sembrano indicarci la precarietà del vivere, anche di coppia. In Si può sempre raggiungere l’obiettivo, opera influenzata dal matematico e pseudoscienziato russo Grigori Grabovoi, trasmette la possibilità che l’osservazione di una serie di numeri possa lasciare un cambiamento nell’esistenza dell’uomo.
Ciao, 2019, argilla rossa Sansepolcro, ferro, 108 x 172 x 50 cm, courtesy Fondazione smART - polo per l'arte e l’artista, foto di Francesco Basileo
Si può sempre raggiungere l’obiettivo, 2019, acciaio inossidabile, 118 x 15 x 1 cm, courtesy Fondazione smART - polo per l'arte e l’artista, foto di Francesco Basileo
La pavimentazione dello spazio espositivo e le varie elaborazioni in mostra paiono quindi guidarci verso uno smarrimento rispetto a quello che vorremmo circoscrivibile. La vita in fondo è un brulicare di sensazioni, le più diverse e le più imperscrutabili. La ricerca di Mattia Pajè ci racconta di questo, propone traiettorie non chiuse in una precisa forma e che perciò si amplificano, disperdendosi, nei meandri della coscienza dello spettatore.
Bewilder, 2019, stampa a sublimazione su PVC 500 gr, 90mq, courtesy Fondazione smART - polo per l'arte e l’artista, foto di Francesco Basileo
Fatina, 2019, argento 5,3 x2 x 0,2 cm, courtesy Fondazione smART - polo per l'arte e l’artista, foto di Francesco Basileo
Questa è una mostra di notevole impatto ma non si appoggia al trito fenomeno della spettacolarizzazione estetica o artistica. Qui, infatti, vengono dispiegate diverse interpretazioni della contemporaneità. Nei tempi incerti attuali prendere atto di tale, continuo, farsi e disfarsi della realtà è ambito di referenza auspicabile per tutti. Ha ancora senso proporre nuove forme per il normale vivere ? O siamo destinati ad un cambiamento impossibile da realizzarsi ?
Sono tutte domande che, dopo la visione di tale mostra, possono riempire il discernimento dell'essere contemporaneo.
-Stefano Taddei
Mattia Pajè
Un giorno tutto questo sarà tuo
a cura di Saverio Verini
Fino al 20 marzo 2020
Fondazione smART - polo per l’arte
Piazza Crati 6/7, Roma
da martedì a venerdì, 11.00 - 13.00 / 15.00 - 18.00
http://www.fondazionesmart.org/home
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